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La ruota dei cicli dell'anno

Writer: Isabella Guerrini de ClaireIsabella Guerrini de Claire

Tradizioni celtiche a Cammoro e in Umbria.

Tutte le festività celtiche erano strettamente correlate agli eventi cosmici e al movimento solare, fungendo da opportunità per osservare il moto della Terra intorno al Sole. La croce celtica o ruota solare simboleggiava il cosmo con il suo cerchio, mentre all'interno si trovava la Terra. I quattro bracci della croce rappresentavano gli elementi e la loro unione nello Spirito, al centro del cerchio.

I Celti associavano anche i quattro bracci della croce alle quattro festività stagionali, ovvero i solstizi e gli equinozi (Samhain, Imbolc, Beltane, Lughnasadh), che segnavano la transizione tra le stagioni. Il cerchio rappresentava il percorso del Sole durante l'anno. Tuttavia, quando il cristianesimo sovrappose le festività cosmiche pagane con quelle cristiane, si persero i significati cosmici delle celebrazioni.

Nell'Umbria antica, molte festività ancora rispecchiano le tradizioni celtiche collegate al movimento solare.

Le festività di San Giovanni (Litha), le Feste di Maggio (Beltane), le Feste del Vino (Mabon), le Feste Pasquali (Ostara), la Festa della Candelora (Imbolc), le Feste d'Agosto (Lammas), le Feste dei Morti (Samhain) e le Feste di Natale (Yule) mantengono esternamente un carattere pagano, con l'utilizzo di fuochi per la notte di San Giovanni (solstizio estivo), il ceppo di Natale (rimasto come dolce), i fuochi di agosto e le tradizioni dell'alzata degli alberi o la corsa dei ceri per le Feste di Maggio. Purtroppo, la mancanza di connessione cosmica ha portato all'estinzione di molte festività, conservando solo quelle che sono diventate attrazioni turistiche. Tuttavia, fortunatamente oggi queste tradizioni si stanno rianimando e assumendo forme e aspetti unici.

In alcune remote località dell'Umbria, come Cammoro, sono ancora presenti gli ultimi frammenti di queste antiche festività, che costituiscono autentici tesori archeologici del passato celtico dell'Umbria. Le più caratteristiche, oltre alla famosa festa dei Ceri di Gubbio, includono le Nozze Verdi di Isola Fossara, l'alzata del maggio a San Pellegrino di Gualdo, la Notte del Fuoco a Grello e l'Avvento a Rasiglia, oggi chiamato Venuta.

Notte di San Giovanni Battista di Giugno (Janua - porta), solstizio d'estate - Beltane

Nelle campagne era tradizione mettere i fiori nell'acqua e lasciarli esposti alla luna nella notte di San Giovanni. Il giorno successivo, lavarsi con quell'acqua, chiamata guazza, garantiva bellezza e benefici terapeutici. Inoltre, per San Giovanni si raccoglievano le noci per preparare il nocino.

In quest'occasione si raccoglieva anche il vischio, che veniva poi appeso alle porte. Le due date dei solstizi erano considerate come porte tra il visibile e l'invisibile. La porta invernale apriva la strada agli stati sovrannaturali, mentre quella estiva permetteva la manifestazione nel mondo della creazione. San Giovanni evoca Janus, janua (porta), il dio bifronte che fungeva da confine tra un tempo e un altro.

Solstizio d'Inverno San Giovanni Evangelista di Dicembre (Janua - porta), solstizio d'inverno - Yule

A Rasiglia, sopra Pale nell'area di Foligno, si svolgeva una particolare festività celtica tra il 9 e il 10 dicembre, caratterizzata da falò, suoni di campane e botti sparate per indicare al Sole la sua strada attraverso il cielo fino alla festa di Jule. La cristianizzazione di questa festa ha dato origine alla Festa dell'Avvento, chiamata Venuta, che si dice serva alla "Santa Casa" della Madonna di Loreto per viaggiare dalla Palestina fino a Loreto. Ancora oggi, tale tradizione è viva. Dal 24 dicembre al 6 gennaio, si usava allestire a Rasiglia, un particolare presepe vivente nelle strade del paese.



 
 
 

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